La zona cieca

Quando può essere un posto a farcela conoscere

Copertina -La zona cieca- Chiara Gamberale

Ormai parecchi mesi fa mi è capitato tra le mani un libro bellissimo, tratta di una cosa speciale che in psicologia viene chiamata “la zona cieca”.
Questa, altro non è che quella parte di noi che ci sfugge ma che un’altra persona può cogliere e
rivelarci.


Spinazzola, il mio paese di origine, per me è sempre stata una buona amica, con cui ho avuto il piacere di
vivere momenti che difficilmente potrei dimenticare.
A volte ci ho pure litigato. Ricordo i viaggi in pullman per tornarmene al nord in cui severa e arrabbiata seduta sul sedile guardavo fuori dal finestrino, pensando che non ci sarei mai più tornata.
Ma, come tutte le vere amicizie c’è sempre stata poi la voglia di fare pace.
Senza ombra di dubbio LEI che per me è casa, mi ha consentito negli anni di mettermi di fronte alla
mia zona cieca, anche se dava fastidio.

Avendo il lusso di allontanarmi dal posto in cui vivevo per mesi, e di passarne altrettanti in un posto in cui io mi sentissi ugualmente a casa, ma senza gli obblighi del periodo, mi sbatteva in faccia il fatto che non era colpa della scuola, poi del lavoro, o degli amici, ma se a 900 Km di distanza riscontravo lo stesso disagio, la stessa ansia, la stessa malinconia, forse una dose del problema risiedeva in me.


Probabilmente questa mia anima impazzita che ha trovato rifugio dentro al mio corpo non si placherà mai, e andrò avanti come una trottola.
Occuperò il tempo scegliendo strade per poi mettermi a camminare nelle sterpaglie per immettermi in altre che portano in direzioni opposte. Ma questo è il mio modo per essere felice, faccio i conti con il fatto che potrebbe essere così per sempre.


Sono felice per il tempo passato a tavola con la mia famiglia, per quello con i miei amici di sempre con cui
passavo le serate d’estate da bambina a catturare le cavallette ed intrappolarle nei barattoli di vetro, le
notti passate sdraiati in campagna a cercare nel cielo la propria stella cadente, o quelle passate a bere e
ballare aspettando il sole sorgere.
Il tempo è volato, ma sembra che io da quel gradino, su cui passare tutta una serata non annoiandomi, non mi sia
mai rialzata.
Non posso dunque che essere grata per tutto questo.

E sentirmi una privilegiata.


E sapete che c’è? Che aveva ragione nonna, un posto che non ha bisogno di porte chiuse ma ha invece
tende che danzano all’aria è sicuramente un bel posto.

“La zona cieca è il pezzettino di insalata che ci rimane tra i denti. Noi non lo sappiamo, non ne abbiamo alcun sentore, ma è evidente a chiunque si relazioni con noi.”

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